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VISIONE GLOBALE DEL PRESBITERIO

Entrando in presbiterio il primo forte impatto, è la figura dominante del Cristo Pantocratore. Siamo circondati da un "mare di colore": ci sentiamo immersi in un "bagno" di sfumature vivaci. Gli affreschi delle pareti che ci circondano sono un abile impasto di giallo/ocra, bianco, rossiccio/arancione. Scelta voluta dagli autori perché ritenuti "i colori più profondi della coscienza e dell’esistenza umana". Questo perché nel grembo della madre i primi colori che riusciamo a percepire, per mezzo della luce che filtra tra i tessuti mentre la vista si sta sviluppando, sono appunto giallo ocra, rossiccio, arancione.

Le pareti dell’edificio liturgico sono come una pellicola che rappresenta la chiamata e il cammino del popolo di Dio. L’architettura, l’altare, l’ambone, stanno continuamente celebrando. La chiesa è una perenne liturgia che ritrae il cristiano, la Chiesa, la sua storia, la sua vita .

L´opera artistica del presbiterio realizzata da dall'Atelier d'Arte del Centro Aletti è dono dell´amore e della fede di Lucina e Alfredo Mela.

presbiterio Monastero Carmelitane Scalze Savona

IL PANTOCRATORE

E’ il Cristo preesistente prima dell'Incarnazione, eternamente generato dal Padre. E’ il Verbo - Parola eterna del Padre - perciò tiene il  libro in mano: la Parola non è sua, la riceve.

E’ interessante come i cristiani abbiano studiato il volto di Cristo. Sul volto di Cristo c’è una leggera differenza tra il lato destro e quello sinistro. Se entriamo in chiesa come peccatori pentiti e tristi, il volto di Cristo ci incoraggia.  Se entriamo pieni di orgoglio, superbia, autosufficienza, è facile che prevalga l'altro lato del volto e dunque ci appaia più severo e esigente. 

Pantocratore non vuol dire onnipotente, ma è colui che governa tutto e tutto tiene nell’esistenza.

Il Pantocratore si rivela nell'Agnello immolato, nel dono di sé. Il Pantocratore governa attraverso la comunione. La sua vita coinvolge tutta l’esistenza del creato in questo modo filiale di esistere.     

I due ciuffi di capelli che cadono sulla fronte, già dai tempi antichi, sono letti come le due nature, quella divina e quella umana, unite in un volto, in una persona, proprio a causa della struttura comunionale dell’amore. Solo l’amore infatti unisce le persone, sempre. Il Pantocratore ha un collo forte, perché soffia lo Spirito ...

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LO SPIRITO SANTO

Lo Spirito Santo è presente, ma è nascosto, bisogna un po’ cercarLo: è la Persona divina più kenotica, più umile, che è sempre in funzione e al servizio dell’altro: o di Dio Padre, o del Figlio, o dell’umanità, o del creato. Lui fa sempre emergere l’altro. Ma è proprio Lui che ci fa cambiare il pane in Cristo. È Lui che ci convince che l’amore vince perdendo e vive morendo. È Lui che rinnova tutte le cose. Esse diventano nuove quando non sono mute, quando cioè non solo dicono se stessi, ma attraverso sé dicono l’altro, comunicano un mondo nuovo. Nell’Eucaristia, nella liturgia, le cose di questo mondo cominciano a manifestare Cristo, la sua salvezza.

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LA  SEDE

Ci sono le canne dell'organo, antichissimo simbolo dell'immagine della Chiesa, della comunione. E c'è qualcosa nel punto più nascosto: la discesa dello Spirito Santo, che non si vede, lo si sente, lo si percepisce secondo i doni che dà.

Lo Spirito Santo scende sull’ offerta dell'altare e questa diventa Corpo e Sangue di Cristo; e scende sulla comunità e questa, comunicando al Corpo e Sangue di Cristo, diventa un solo Corpo.

Monastero Carmelitane Scalze Savona
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L’ALTARE

L’altare è Cristo e noi partecipiamo a questo altare con il nostro altare, che è quello del cuore.. E' quadrato, come diceva nei tempi antichi San Germano di Costantinopoli, così visibilmente fa vedere che tutte le quattro parti del mondo si cibano ugualmente del sacrificio del Padre, che ha dato a noi suo Figlio.   L’altare è sempre di pietra. Cristo ha il suo corpo, ma il suo Corpo siamo noi  e perciò è importante questa presenza corporea dell’altare, perché è Cristo con la sua Sposa, che è la Chiesa.   

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LE FORMELLE AI LATI

Per aiutare il popolo a leggere che l’altare è Cristo  visibile al centro c'è la corona regale/sacerdotale, con quattro immagini evangeliche/eucaristiche:

i cinque pani da un lato, i due pesci dall’altro,

la ​ Croce​ e il costato aperto che fa scendere lo Spirito Santo e i sacramenti della chiesa,  l'Agnello trionfante dell'Apocalisse,

... perché il Pantocratore governa il mondo "nella veste" dell'Agnello.

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ABRAMO

Abramo è un uomo chiuso in se stesso, che vuole affermarsi sugli altri, che si difende. Dio si fa sentire, chiamandolo: "Esci dalla tua terra, dalla casa di tuo padre e incamminati sulla parola che io ti dirò”. Comincia a uscire fuori dalla schiavitù dell'io, della natura irredenta e inizia un’esistenza secondo Dio, così imparerai a vivere non alla maniera di questo mondo, ma secondo Dio. Imparerai a vivere la relazione non più come un individuo chiuso in se stesso, che pensa secondo la sua natura ferita, cercando di difendere e affermare se stesso, ma come un dono essere aperto e a realizzare te stesso come dono che si realizza nella liberalità dell'amore. Perciò Abramo non diventerà padre fino a quando non imparerà che essere padre non significa possedere un figlio. Non si “fa” un figlio, ma lo si riceve. Solo allora diventerà padre di una moltitudine di popoli. Nel suo mantello si vedono i segni del cammino dei popoli che "sono in Abramo". C'è un flusso che passa dentro, come un vento … Dentro ci siamo tutti noi.

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MOSE’

 

Dall'altro lato abbiamo Mosè, davanti al Roveto ardente. Egli, ebreo, aveva visto il suo popolo, schiavo in Egitto, trattato duramente, e voleva fare qualcosa per liberarlo. Davanti al roveto ardente percepisce un grande mistero: Dio gli si rivolge personalmente. Mosè allora si toglie i sandali, si fa tutto umile – qui ha addirittura la testa dentro il Roveto ardente, tanto si fa coinvolgere in questo mistero … Quando Dio si manifesta, Mosè scopre la sua missione, conosce il suo destino, capisce qual è il senso della sua esistenza. Il primo passo è uscire da sé, accogliere il mistero: chi sei tu e dove cammini. La grande differenza è che prima era Mosè a decidere di liberare il popolo, ora invece è mandato. Perciò diventerà davvero il liberatore secondo il progetto di Dio.                                    

Tutto ciò che conta nella vita dell’uomo è la comunione. Solo quando Mosè accoglie da Dio la sua missione, può liberare davvero il suo popolo.

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MARIA

Sotto Mosè troviamo la Vergine, al momento dell’Annunciazione. Secondo i Padri della Chiesa il roveto ardente è proprio Maria, che comincia a tessere la Carne alla Parola che udiva, come dice Efrem. In Maria Dio sta tessendo l’umanità del Verbo. Le tre stelle significano che Maria è Vergine prima del parto, durante il parto e dopo il parto.  Crede, si affida alla Parola, desidera un’unione con Dio, ma non sa come. Gabriele le dice che è un’unione secondo Dio: "Lo Spirito Santo scenderà su di te..."               

Dio ha preparato Maria affinché fosse in grado di accogliere veramente la volontà di Dio , perché non esiste l'amore come obbligo, come forza,  ma solo come libera adesione. E Maria liberamente accetta: “Si faccia la tua volontà su di me. Fai di me quello che vuoi”. Questa è la forza di Maria: si mette a disposizione. Perciò comincia a tessere la Parola. Questo gomitolo sul grembo di Maria riprende un testo apocrifo che descrive Maria da bambina nel tempio mentre tesse il velo del tempio. Questo velo, dice la Lettera agli Ebrei, è proprio la carne di Cristo e la sua umanità. Il velo che si è squarciato, con il costato aperto sulla croce, e ci ha reso possibile entrare nel Regno. Maria allora tesse la carne alla Parola che dà senso alla nostra esistenza umana.

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GIUSEPPE

Maria informò Giuseppe di essere incinta e lui cominciò a pensare a come fare per non farla cadere sotto un castigo terribile. Ma in quella notte, quando lui riflette su queste cose, ecco che viene questo Messaggero e gli annuncia: quello che Maria porta grembo è concepito dallo Spirito Santo.  Possiamo immaginare che Giuseppe, come Maria,  non abbia capito  …. Per lui forse è stato ancora più difficile, perché non solo si è affidato  alla parola che gli è stata detta, ma ha creduto che, quanto si stava compiendo in Maria, fosse proprio opera proprio di Dio. Giuseppe ama questa donna con il mistero che Dio compie dentro di lei … è stupendo! Accoglie Maria con l'azione che Dio svolge in lei. Noi invece vogliamo sempre che altri facciano ciò che vogliamo noi, mentre la grandezza dell’amore, e la cosa più difficile , è amare l'altro amando ciò che Dio fa in lui per mezzo dello Spirito Santo.

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L’AMBONE

L’Ambone deve essere un po' più in avanti dell’Altare, per far vedere che prima è scesa la Parola e poi si è incarnata. E’ come la colonna che ha guidato Israele attraverso il deserto. La colonna è Cristo. Attraverso la Parola viene lo Spirito Santo con le sue sette lingue d'oro.

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VETRATA

L’evangelista sottolinea che quando Cristo si è lasciato inchiodare sulla croce il velo del tempio si è squarciato da cima a fondo. Prima un velo chiudeva l’accesso dell’uomo al Santuario, ora con la morte di Cristo questo velo si è squarciato. Il passaggio è aperto. Il velo però è stato stracciato non da sotto in su, ma da su in giù:  è Dio infatti che l'ha stracciato, non l’uomo. L’ha strappato in modo tale che non si può più ricomporre.

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TABERNACOLO

E’ la custodia del Santissimo che poggia su una colonna nera, perché noi conosciamo Dio nel nostro male, nel nostro peccato, nella nostra debolezza: per questo si è fatto uomo. Nella notte sono avvenuti tutti gli eventi della salvezza. Mosè esce dall'Egitto nella notte.  Mentre la notte era a metà del suo corso, scese dal cielo sulla terra la Parola onnipotente di Dio(Sap.18). Quando Cristo è risorto era ancora notte.

L'Eucaristia è il viatico che nella notte ci porta, affinché diventiamo veramente ciò che siamo. L'Eucaristia ci introduce nel Regno, perciò sulla porta del tabernacolo c'è l’immagine medievale antichissima della barca, che ricorda la Chiesa: i 12 apostoli remano e Cristo tiene il timone.

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L’INCORONAZIONE

L’incoronazione della Vergine in cielo è il punto di arrivo. Con l’incarnazione noi abbiamo accesso alla figliolanza, siamo rigenerati nella vita sacramentale; l’incoronazione ci fa vedere che l’umanità è veramente l’immagine della Chiesa, messa allo stesso livello di gloria del Figlio, perché noi siamo nel Figlio. “Grande è questo mistero”, dice Paolo, che diventino cioè una sola carne, ma non tanto l’uomo e la donna, ma Cristo e la sua Chiesa, Cristo e l’umanità. Noi partecipiamo alla stessa esistenza definitiva in cielo. Il viatico è l’Eucaristia, il Pane che ci realizza come Corpo di Cristo, morto e risorto. Si va in cielo solo se si è dentro il corpo di Cristo: l’individualismo in cielo non entra.

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SANTA TERESA

Santa Teresa porta la Parola, indica il viatico, che è il Corpo di Cristo, l’Eucaristia celebrata e qui custodita. Santa Teresa è per noi carmelitane scalze la donna, la santa, che ci aiuta a scoprire il modo di vivere per partecipare alla Chiesa. Con questa mano enorme, simbolo della generosità , ci indica il viatico, cioè la via.

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SOPRA LA VETRATA

Sopra la vetrata c'è Maria, madre della Chiesa con il calice della salvezza: la vita di Dio che è passata a noi. Nella crocifissione Cristo vive il dono di sé; consegna lo Spirito, affinché noi possiamo vivere.     Quando Cristo muore sulla croce si squarcia il velo del tempio, che ci impediva di accedere, e si manifesta definitivamente il nostro Dio.

Solo quando Dio piega la natura umana , che da ribelle diventa filiale, noi abbiamo accesso alla sua Regno. Solo se attraversiamo la Pasqua di Cristo entreremo nell’incoronazione nel cielo.

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STELE

Nella croce c’è tutta la sintesi della storia della salvezza. Cristo sta salendo al Padre,  si addormenta.

Il Figlio di Dio scende negli inferi a cercare Adamo Eva.   Dopo che grazie a Maria ha assunto l'umanità, Cristo ha potuto entrare nell’ Impero della morte. Ma lui è entrato nell'Impero della morte non morendo ma amando e ha distrutto la morte proprio per questo. Dio in Cristo proprio nella crocifissione fa vedere a tutta l’umanità che la morte ha un senso: l’amore si serve della morte per manifestarsi.

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SOLE E LUNA

Sole e luna:  perché il Pantocratore,  creatore del cielo e della terra, domina il tempo . Il sole è d’oro, la  luna è d’argento . 

...“Tutto l’esercito celeste si dissolve, i cieli si arrotolano come un libro, tutto il loro esercito cade come cade il pampino dalla vite, la foglia avvizzita del fico” (Is 34,4).

Teologicamente possiamo dire che quando dopo il peccato perde il soffio, la dimensione spirituale che Dio ha dato alla creazione, l’uomo si sottomette alla sua natura mortale e succhia dalla natura del creato la potenza di vivere, ciò che nel creato sembra potente. Tutti questi figli del sole, della luna, delle stelle, sono figli di qualcosa dal quale si può succhiare il proprio potere, la propria forza.
Berdjaev nelle sue riflessioni dice che Paolo fa vedere che il cristianesimo ha liberato l’uomo da queste potenze, perché siamo diventati figli di Dio e non più figli delle stelle e di queste potenze nell’aria, alle quali ci siamo sottomessi.

La forza della vita, l’uomo la può prendere solo da Dio, non se la può dare da solo. Noi possiamo conoscere Dio solo come figli, perché Lui è Padre. La storia è una generazione, un parto dell’uomo nuovo, dell’uomo secondo Dio.
Sono le relazioni di Dio che rimangono come unica cosa solida, tutto il resto crolla. Né il cosmo, né le idee, solo l’amore rimane.

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ROTOLO

La creazione qui si  comincia a arrotolare: si chiude, il tempo è finito. “Tutto l’esercito celeste si dissolve, i cieli si arrotolano come un libro, tutto il loro esercito cade come cade il pampino dalla vite, la foglia avvizzita del fico” (Is 34,4). Quando la storia si arrotola cadono proprio loro, cioè quelli che si ritengono figli di queste stelle, figli del sole. “Come mai sei caduto dal cielo, astro del mattino, figlio dell’Aurora? Come mai sei stato gettato a terra, signore dei popoli? Eppure tu pensavi nel tuo cuore: Salirò in cielo, sopra le stelle di Dio innalzerò il mio trono” (Is, 14, 12-13).

Nell'eucaristia noi entriamo nell'eternità, nell'ottavo giorno. Passa la  figura di questo mondo e rimarrà solo ciò che siamo in Cristo Gesù. Ciò che siamo è nell'Eucarestia, è la nostra verità.

Spiegazione tratta dal commento degli autori.

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"Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto; nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue la remissione dei peccati
secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l'ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui prestabilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra.

In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà, perché noi fossimo a lode della sua gloria, noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo.
In lui anche voi, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza e avere in esso creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato, a lode della sua gloria..".                                                                                                     
Efesini 1, 3-14           

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